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L'opera dei tre moschettieri

Da diversi anni associazione Demetra è attiva nell’ambito della formazione e inclusione sociale di detenuti, collaborando stabilmente con la Casa Circondariale di Terni, la Casa di Reclusione di  Orvieto e l’UEPE- Ufficio di Esecuzione Penale Esterna attraverso il progetto “Orto 21”, volto all’inserimento di detenuti nell’attività di manutenzione del frutteto e dell’orto sinergico, cura del verde e del parco di opere di arte ambientale presso lo spazio esterno del Centro di Palmetta. 

Il titolo prende spunto dall’Articolo 21 dell’Ordinamento Penitenziario: una misura alternativa alla detenzione che prevede la possibilità che i detenuti escano dal carcere per lavorare o studiare.

Attraverso le politiche di inclusione sociale è necessario rivedere il concetto della «pena» e favorire processi di comunicazione e relazione tra il mondo della detenzione e le comunità locali.

Nel Rapporto Antigone 2019, “Il Carcere secondo la Costituzione”, si legge: “Il sistema delle misure alternative non va a scapito della sicurezza dei cittadini. Al contrario, rafforzando i percorsi di inclusione e contrastando la recidiva, contribuisce in modo importante e rendere più sicure le nostre comunità.”

Le ancora scarse possibilità di formarsi e di lavorare in carcere costituiscono infatti un evidente ostacolo al reinserimento dei detenuti una volta scontata la pena ed un aumento del rischio recidiva. Il lavoro e la formazione professionale sono ritenuti dalla normativa penitenziaria vigente due leve fondamentali del processo “trattamentale” dei detenuti al fine del loro reinserimento sociale, ma esiste ancora un grande divario tra quanto afferma la normativa e la situazione carceraria.

Il progetto Orto 21 è nato nel 2019 come progetto pilota per mostrare le opportunità date dalla sinergia tra agricoltura sociale e sistema penitenziario in un contesto dal forte orientamento inclusivo. Da allora si sono susseguiti diversi detenuti in tirocinio retribuito o come volontari, che sono stati accompagnati nelle attività da formatori, operatori e volontari dell’associazione. 

 

 

Dopo circa una quindicina di giorni di “lavoro”, ci siamo finalmente decisi a scrivere un qualcosa che lasci detto di noi, un qualcosa che lasci detto del nostro passaggio…

 

Possiamo dire che l’inizio è stato molto suggestivo, nel senso che appunto non vedevamo l’ora di iniziare; e questo vale anche adesso, perché sin’ora ci siamo solo scaldati un pochino le mani…

 

I primi giorni siamo stati degli allievi bravissimi, silenziosi, volenterosi, ascoltavamo con grandissimo interesse quello che ci veniva detto sulla sicurezza sul lavoro. Personalmente ritengo che siano cose molto importanti visto tutto quello che accade al giorno d’oggi sui comuni posti di lavoro. Vi confesso che, sebbene io non abbia mai lavorato in vita mia, ho trovato tutto molto interessante. Anzi ritengo che si debba fare qualcosa ancora di più inerente per la sicurezza, perché troppi incidenti accadono per la disinformazione, e la disattenzione.

 

Finalmente siamo passati alla pratica.  Maledetto quel giorno… Prendere una pala e una vanga in mano, non è cosa per me, nemmeno pulire dai “sassolini” il terreno; credetemi sembra una cosa semplice, ma è estremamente palloso.  Fortunatamente nella squadra c’è uno di noi che è già pratico di questo lavoro, e devo dire che solo grazie a lui, siamo riusciti ad iniziare un buon lavoro che sicuramente darà i suoi frutti.

 

Come non spendere poi una parola sulle pause pranzo. Ecco qui ci siamo veramente sbizzarriti, perché tutti quanti noi abbiamo cercato di dare il meglio di noi stessi, e i risultati si sono visti. Bè almeno tutti questi anni di galera a qualcosa sono serviti. Scherzi a parte, anche i nostri tutor si sono messi a disposizione in toto, fornendoci tutto il necessario per lavorare al meglio.  Vorrei spendere anche due parole sul fascino e l’emozione riprovata nell’andare nuovamente a fare la spesa in un supermercato; sembravamo tre bambini che venivano inghiottiti dalla bramosia di fare e di strafare, e non ci rendevamo conto che per tutte le altre persone questa è normale routine. Però vi chiediamo di capirci, non è facile rivivere dopo tanti anni sensazioni ed emozioni che non si provavano più da tanti anni, è vero che non è facile spiegare tutto questo, ma credetemi, è meglio non provare mai a fare una esperienza di questo tipo.

 

Questa settimana abbiamo fatto un corso sulla potatura, francamente non era facile seguirlo, perché bisognava avere più tempo, e soprattutto avere più esperienza a livello di pratica. Posso dire che il professore era molto preparato, forse troppo per noi, e a volte è stato assai difficile seguirlo. Ma tutti quanti ci siamo impegnati nel seguirlo, e domani (22 marzo) cercheremo di mettere in pratica quanto appreso da queste lezioni. Speriamo bene…

 

E’ finita la pacchia, da domani si torna sul campo a lavorare.

Un saluto, e alla prossima dai tre mitici tre moschettieri. Ciao alla prossima!